12. Il porto e il Faro
Porto Garibaldi, Via Caduti del Mare

Porto Garibaldi non è solo un paese di mare, ma è ed è sempre stato un Porto di mare, con il respiro e lo sguardo che sono propri di tali realtà. Il porto è una sorta di spina dorsale da cui tutto parte ed in cui tutto arriva: le persone, le cose, le mode, le culture, le paure, i lutti. E’ attorno ad esso che è nato il primo insediamento e nella storia ha avuto anche una notevole importanza strategica. L’attività più importante è logicamente la pesca. Sul porto spicca il faro, comunemente detto “al cuc” (il nome deriva dal verso del cuculo) a causa del suono ripetuto e proiettato verso il mare nelle giornate e nelle notti di nebbia, ”quand agh’è calig” per indirizzare i pescherecci all’imboccatura “dlà PALA’”, del molo. Originariamente il faro, in realtà una modesta lanterna, di cui si ha notizia la prima volta nell’anno 1788, veniva comunemente chiamato la “SUCHETA”. Rigorosamente a petrolio erano le lampade dei lampioncini sul porto, che il fanalista accendeva all’imbrunire e provvedeva a spegnere al sorgere del sole, prima nel numero di 7, poi con l’allungamento del porto 12, e quindi 17. Al “CUC” terminerà il suo “richiamo” nel 2015